I 100 anni del rifugio Vittorio Sella

Carissimi Amici della Cappellina della Madonna dei Ghiacciai,vi invio quest'altra iniziativa a cura del Cai di Biella.Un caro saluto ed una preghiera.
don Vincenzo


Auguri per la Santa Pasqua

Auguri per la Santa Pasuqa

Carissimi AMICI della CAPPELLINA DELLA MADONNA dei GHIACCIAI,

 

in questo ultimo mese le notizie riferite alla pandemia hanno ceduto il posto a quelle della guerra in corso tra Russia ed Ucraina.

Questo atroce avvenimento che sta causando morte e distruzione ha suscitato sentimenti ed atteggiamenti unanimi:

–       condanna e sdegno per la violenza e distruzione che questa guerra reca a tante persone innocenti, soprattutto bambini ed anziani

–       timore che il conflitto possa estendersi e raggiungere anche il nostro paese

–       tanta solidarietà verso chi fugge perché ha perso affetti, casa, lavoro….

Se da una parte ci sono persone, potenti, che hanno il cuore chiuso dall’altra ci sono tante persone che hanno aperto il loro cuore, le loro case, per aiutare ed accogliere i profughi.

Vogliamo continuare a pregare e sperare, con fede, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia; perché la ricerca sincera della pace estingua le contese, l’odio sia vinto dall’amore, la vendetta disarmata dal perdono.

Accanto a semi di morte, di disperazione, la grande solidarietà ha sparso semi di vita e di speranza. Desideriamo la pace e vogliamo che la vita vinca sopra la morte.

È questo il messaggio della Pasqua: con la resurrezione di Gesù la vita ha vinto sulla morte, le tenebre sono state sconfitte dalla luce.

La gioia e la pace di Pasqua abitino nei nostri cuori, nelle nostre case.

Vi giungano i più graditi auguri di una SANTA PASQUA.

Tempo permettendo ci ritroveremo per ricordare e pregare per i nostri cari defunti

SABATO  6 AGOSTO.

Vi anticipo che la S. Messa sarà presieduta da Mons. DERIO OLIVERO (che ci legge in copia), attuale vescovo di Pinerolo, che ringrazio fin d’ora per la sua disponibilità ed amicizia.

Un abbraccio fraterno ed un ricordo nella preghiera,

il Signore vi benedica e vi protegga.

don Vincenzo


Lettera di Natale 2021

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai, 

penso che nei ricordi di ciascuno di noi ci sia ancora quello della S. Messa di sabato 7 agosto all’Istituto A. Mosso al Passo dei Salati soprattutto per i parenti e gli amici che sono saliti per  ricordare i defunti dell’anno trascorso e poi per i fedelissimi, per coloro che hanno partecipato per  la prima volta. Un GRAZIE di cuore a tutti! La vostra presenza mi incoraggia e mi sostiene nel  portare avanti questa bellissima iniziativa penso unica nel suo genere. 

Nonostante il tempo atmosferico non abbia consentito la salita alla Cappellina sia la  partecipazione che lo spirito di preghiera e raccoglimento non sono mancati. Il luogo ha anche  favorito la presenza di alcuni parenti dei defunti che diversamente non avrebbero potuto salire  alla Cappellina o per mancanza di attrezzatura o perché non assidui frequentatori della montagna  

o per problemi di salute. 

La concelebrazione è stata presieduta da don Leonardo Mancini, responsabile dei Salesiani di  Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania; insieme hanno concelebrato, oltre il sottoscritto don Ugo  Casalegno, parroco di Gressoney St. Jean e La Trinitè, don Marco Cena, salesiano, parroco di  Buttigliera d’Asti e Moriondo T.se. 

L’animazione musicale è stata curata dai membri e amici della fam. Michela, erano presenti anche  alcuni degli storici cantori biellesi, che per anni hanno animato la celebrazione. Il canto, ben eseguito, ha favorito lo spirito di raccoglimento e di preghiera, parecchi al termine  della celebrazione hanno sottolineato questo. Un grazie sincero dunque! 

Mi permetto di donarvi l’omelia di don Leonardo come testo che ci aiuta a fare memoria e ci invita  alla riflessione ed al ringraziamento per i nostri cari: 

“Carissimi/e, mi sembra che possiamo guardare a questa celebrazione considerandola  composta da 5 ingredienti, tutti importanti. 

Il primo ingrediente è costituito dalle persone che vogliamo ricordare: sono persone che  hanno lasciato umanamente un vuoto, persone che abbiamo amato e amiamo, forse compagne di  una vita, sono parenti, amici cari. Vogliamo rendere grazie per la loro esistenza, breve o lunga che  sia stata; per l’amore che hanno generato, ricevuto e condiviso nelle relazioni; per il lavoro che  hanno svolto e per come sono stati capaci di svolgerlo; per quello che di bello e di buono hanno 

saputo costruire; per l’esempio che hanno saputo dare. E per loro desideriamo pregare; vogliamo  affidarli alla misericordia di Dio, affinché il Signore permetta loro di andare per le sue montagne. 

Il secondo ingrediente della celebrazione è proprio la montagna! Sì, perché non è casuale  il luogo in cui celebriamo (anche se quest’anno non possiamo stare alla Madonna dei ghiacciai). La  montagna, l’amore e la passione per i monti e l’ambiente naturale accomuna le persone qui  presenti e soprattutto è il filo che lega le persone defunte che hanno amato nella loro vita terrena  le tavolozze di colori presenti nei panorami di albe e tramonti; la potenza delle rocce, la delicatezza  della neve, l’imponenza dei ghiacciai; hanno contemplato la bellezza della natura, forse anche  hanno sfidato sportivamente le montagne mettendosi alla prova su difficoltà alpinistiche; e hanno  sperimentato il mistero che la montagna porta inevitabilmente con sé. Ed in montagna, forse – proprio nella bellezza e nel mistero – hanno intuito la presenza bella e misteriosa di Dio! Da credenti  infatti pensiamo che ogni creatura – quindi anche le montagne – porta impressa in sé l’immagine del creatore…  

Il terzo ingrediente della celebrazione siamo noi. Presenti qui per fare memoria dei nostri cari, parenti o amici che siano; per  rendergli omaggio, per dire che la loro vita merita comunque di essere celebrata, anche se si fosse interrotta in modo brusco. Siamo noi presenti qui nella fede; convinti che quelli che chiamiamo defunti in realtà sono vivi, anche se vivono in una condizione che non possiamo misurare scientificamente o immaginare; e, in quanto presenti nella fede, siamo certi di poter fare ancora qualcosa per i nostri cari caduti in montagna; siamo venuti qui convinti che nessun atto d’amore va sprecato, e che pregare in suffragio dei defunti reca loro veramente giovamento,  in modo misterioso ma efficace. L’amor che move il sole e l’altre stelle, quell’amore che crediamo  essere alla base dell’universo e della nostra stessa vita, ci consente – unico mezzo possibile – di  conoscere e incontrare Dio (chi ama conosce Dio, perché Dio è amore!) e di mettere in  comunicazione la vita terrena e quella eterna… Ogni volta infatti che compiamo un atto d’amore  gratuito, evangelico, mettiamo un piede in paradiso. E contestualmente cambiamo gli equilibri del  mondo. E il nostro stare qui, con un atto d’amore verso i nostri cari defunti, cambia qualcosa negli  equilibri del mondo, o meglio, contribuisce a cambiare gli squilibri in equilibri.  

Il quarto ingrediente non può che essere Dio! Lui è ovviamente qui presente nella  celebrazione…: nella montagna, in noi creati a immagine e somiglianza del Figlio, nella Parola che  abbiamo ascoltato e tra poco nel pane e vino eucaristici; non saremmo qui se non credessimo alla  sua presenza; non saremmo qui se non fossimo convinti che solo Lui può dare senso ed efficacia  agli atti religiosi che compiamo, che diversamente risulterebbero pratiche magiche più che azioni  di fede. Lui, difensore dei piccoli e dei poveri, Lui Dio del Cielo e Signore delle cime; Lui preghiamo  ed invochiamo; a Lui ci affidiamo nella certezza di essere ascoltati.  

Il quinto ed ultimo ingrediente è Maria. La data scelta tradizionalmente per ricordare i  caduti in montagna è quella del primo sabato di agosto, perché in questi giorni, il 5 agosto, ricorre  la Madonna della Neve. Maria ci dà l’occasione di contemplare l’aspetto materno di Dio. Lei, 

invocata come madre della Chiesa; Lei, la prima dei credenti in Gesù (beata te che hai creduto! Le  dice Elisabetta), veglia sulla nuova Gerusalemme di cui ha parlato il profeta Isaia nella prima  lettura. La nuova Gerusalemme è simbolo della Chiesa celeste, luogo in cui i cristiani sanno che  verranno recuperati gli affetti più belli, e lo stile di relazione più vero e profondo; luogo dove si  viene consolati, dove i bimbi (e noi bimbi siamo chiamati a diventare) vengono presi in braccio ed  accarezzati – come dovrebbe sempre essere; luogo dove si avrà la possibilità di vivere in pienezza  la propria umanità – un’umanità coincidente con la nostra identità di figli adottivi di Dio – . 

Maria, Signora della Neve, è colei che promuove la vita: la vita nascente dentro di sé e in sua  cugina Elisabetta; la vita morente, che si avvia più o meno giustamente alla conclusione (Maria  veglia il Figlio sotto la croce); la vita risorta del Figlio, vita attesa e accolta con e dagli apostoli in  preghiera nel cenacolo. Quando Maria comprende dopo l’Annunciazione questa sua vocazione unica  nella storia dell’umanità, va in fretta per le montagne (non proprio da escursionista) in soccorso della  cugina Elisabetta; e poi esplode in quel canto di ringraziamento che è il Magnificat, che abbiamo appena ascoltato nel Vangelo. Nel Magnificat Maria canta la grandezza del Dio della vita, che si affida agli umili (ha guardato l’umiltà della sua serva; disperde i superbi nei pensieri del loro cuore, rovescia i potenti dai troni, innalza gli  

umili), desidera costruire condivisione tra gli uomini (ricolma di beni gli affamati, rimanda i ricchi a mani vuote), chiede a tutti di usare e diventare misericordia (di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono; Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia). 

Promozione della vita, umiltà, condivisione, misericordia: tutte caratteristiche che l’uomo è  chiamato ad acquisire (o riacquisire, o potenziare) per costruire un mondo più giusto e fraterno.  Atteggiamenti richiesti da Dio e rilanciati da Maria che oggi, nel ricordare i nostri cari, facciamo  nostri: promuoviamo la loro vita, rendendo grazie per essa e chiedendo che possa raggiungere al più  presto la pienezza; ci accostiamo con umiltà e di fronte al mistero di Dio e dell’uomo, e con umiltà  offriamo la nostra preghiera di suffragio; siamo disposti alla condivisione, della preghiera con i cari  defunti, di noi stessi perché il mondo cresca nella giustizia e nella pace; ed infine scegliamo di  perdonare e perdonarci, perché l’essenza di Dio è misericordia. 

Continuiamo la nostra celebrazione, tenendo presenti i 5 preziosi ingredienti: i nostri cari  defunti, la montagna, noi stessi, Dio, Maria! E chiediamo per intercessione di Maria, la forza di  promuovere la vita con umiltà, spirito di condivisione e misericordia.” 

Il momento più significativo, come sempre è stata la presentazione delle fiaccole dei caduti.  Quest’anno i nomi scritti sulle fiaccole erano di 2 colori differenti: azzurro, per coloro che sono  caduti in montagna, bianco, per coloro che sono mancati per malattia. Un grazie sincero a Barbara  Marini che è colei che tutti gli anni si presta per scrivere i nomi sulle fiaccole. Vorrei semplicemente elencare le persone che sono state ricordate quest’anno.

Ogni nome: un volto, una storia, degli affetti, tanti ricordi, tutto ciò ce li rende ancora vicini e vivi  nel nostro cuore. A loro la nostra preghiera di suffragio. 

Caduti anno 2020-21 Nel 10° anniversario 2020: 

Nel 10° anniversario 2021: 

Da parte mia vi assicuro un ricordo al Signore nella preghiera e nella S. Messa. Unisco anche l’augurio arrivato da Mons. Luigi Bettazzi sempre vicino a questa iniziativa: Carissimi tutti, 

un saluto e un augurio cordialissimo, nel ricordo di tante mie partecipazioni, dalla prima (1967), in  cui benedissi la Cappella, e nel suffragio di tanti defunti della montagna di tutti questi anni. Che il respiro e il ricordo di questi incontri ci aiutino nella vita di ascensione nel bene e di  solidarietà. 

Con ogni affettuosa benedizione. 

 +Luigi Bettazzi 

Vescovo emerito di Ivrea 

Ci diamo l’arrivederci a SABATO 6 agosto 2022, per condividere insieme la preghiera ed il ricordo  dei nostri cari. Un abbraccio fraterno, una benedizione ed un augurio di un  

SANTO NATALE 

E SERENO ANNO NUOVO

Con stima ed affetto 

Per Informazioni: 

Cell. 3391934329 Email: vincenzo.caccia@31gennaio.net 

https://www.madonnadeighiacciai.it/ 

NB: Invito a far conoscere l’iniziativa a coloro che ritenete possano essere interessati e non hanno email o a coloro che  hanno partecipato alla celebrazione senza lasciare un recapito email invitandoli ad inviarmi il loro indirizzo per poterlo  inserire nella mail-list. Se qualcuno avesse cambiato indirizzo email lo comunichi. Grazie di cuore. 


S. Messa sabato 7 agosto: comunicazione urgente

S. Messa sabato 7 agosto: comunicazione urgente

Carissimi Amici della Madonna dei Ghiacciai,

purtroppo le previsioni meteo per sabato 7 danno brutto tempo a partire già da metà giornata. Per poter garantire una adeguata sicurezza sia nella salita che nella discesa e dopo essermi consultato e avere sentito più pareri in merito

 

vi comunico che

la S. MESSA verrà celebrata alle ore 12,00

all’ISTITUTO A. MOSSO

al PASSO DEI SALATI.

 

Per raggiungere l’Istituto Mosso è sufficiente prendere la funivia da Staffal o Alagna fino al Passo dei Salati e da lì scendere all’Istituto (10 minuti) che si trova sulla destra per chi arriva da Gressoney, sulla sinistra per chi arriva da Alagna.

La meta non richiede attrezzatura da alta montagna, è bene essere equipaggiati per la pioggia.

So che avremmo tutti desiderato salire alla Cappellina e godere dello spettacolo, delle emozioni che la montagna offre da quella posizione, ma con senso di responsabilità occorre prediligere la sicurezza.

In positivo questa decisione può favorire la salita di amici o parenti dei defunti che ricorderemo che non sarebbero stati debitamente attrezzati o allenati per raggiungere la Cappellina.

Sebbene sia diverso il luogo vi posso garantire che respireremo lo stesso spirito di condivisione e di preghiera che già abbiamo sperimentato nel 2014 e 2015 quando la celebrazione si è svolta all’Istituto Mosso.

Un grazie al dott. Piergiorgio Montarolo, ragazzo costruttore e responsabile dell’Istituto Mosso per la disponibilità dei locali.

Con la speranza di potervi incontrare sabato vi saluto cordialmente.

Il Signore vi benedica.

 

Don Vincenzo Caccia


Auguri per la Santa Pasqua

Auguri per la Santa Pasuqa

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai, vi raggiungo con queste poche righe per una augurio pasquale. La S. Pasqua ormai alle porte ci ricorda che la morte (in questo periodo ne abbiamo viste e vissute tante) non è l’ultima parola sulla nostra vita. La Risurrezione di Gesù ci offre la certezza di una vita oltre la morte che illumina già oggi la nostra vita e la riempie di speranza se la affidiamo a Dio. Pensando a questo periodo di pandemia e cercando di viverlo con uno sguardo di fede ed un atteggiamento di speranza ed ottimismo mi è tornato alla mente un episodio raccontato da Mons. Tonino Bello, vescovo di Molfetta:

Nel Duomo vecchio di Molfetta c’è un grande crocifisso di terracotta. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete della sagrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta: collocazione provvisoria. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito. Collocazione provvisoria. Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce. La mia, la tua croce, non so quella di Cristo….

…Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo. “Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra… …Coraggio, fratello che soffri. Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.”

Non soffermiamo il nostro sguardo solamente sul tempo presente. Facciamo “memoria” di tutto il bene che abbiamo ricevuto, di tutte le cose belle vissute e consideriamo questo periodo una “collocazione provvisoria” della nostra vita facendo tesoro degli insegnamenti che ci possono derivare da questa “crisi mondiale” e cerchiamo di “uscirne migliori”! Facciamoci solidali gli uni con gli altri, sentiamoci uniti perché “insieme la gioia si moltiplica ed il dolore si divide”. A tutti ed a ciascuno giunga un caro augurio di una SANTA PASQUA di resurrezione con la speranza che quest’anno si possa celebrare la S. Messa in suffragio dei vostri cari caduti in montagna sabato 7 agosto.

Il Signore vi benedica e vi custodisca in salute.

Con stima e riconoscenza.

Con stima e riconoscenza,
don Vincenzo Caccia


Lettera di Natale 2020

Lettera di Natale 2020

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai,

vi giungano gli auguri più graditi e la benedizione del Signore. In allegato trovate la Lettera di Natale!

Un caro saluto,
don Vincenzo Caccia


53ª FEDELTA’ AL PRIMO SABATO DI AGOSTO

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai, vi invio un piccolo resoconto della giornata di sabato 1 maggio così che possiate essere anche voi partecipi di questo momento che quest’anno ha visto questa modalità particolare a causa della pandemia. Personalmente sono salito già venerdì sera, 30 luglio, all’Istituto Mosso al Passo dei Salati ospite di Piergiorgio Montarolo, uno dei ragazzi costruttori della Cappellina, e responsabile dell’Istituto, collegato con il dipartimento di Agraria dell’Università di Torino.

 

Insieme a noi Mario Michela, altro ragazzo costruttore. Sabato mattina abbiamo risalito lo Stolemberg, scesi sul ghiacciaio di Indren per poi raggiungere la Cappellina. La S. Messa in suffragio dei caduti di quest’anno è iniziata puntualmente alle 11,30; insieme a me ha concelebrato don Marco Cena, ormai una presenza fedele a questo appuntamento, parroco di Buttigliera d’Asti, nella cui chiesa parrocchiale è stato battezzato S. Giovanni Bosco. Sebbene la S. Messa era prevista in forma “privata” ci siamo ritrovati in una ventina di persone e così abbiamo celebrato l’Eucarestia all’aperto, come al solito!

 

In più c’è stata la gradita sorpresa dell’animazione nel canto da parte della famiglia Michela. Quest’anno è mancata la moglie di Mario, nel mese di maggio, ed ha voluto salire a ricordarla insieme ai suoi figli. Abbiamo così avuto un coro a più voci. Questa loro presenza ci aiutato a vivere quello che è lo spirito sia di raccoglimento che di partecipazione che contraddistingue questa nostra celebrazione. Grazie. All’appuntamento non ha voluto mancare Susanna Zaninetti, attuale presidente del Cai Varallo, che ogni anno ci accoglie con grande disponibilità e fa gli “onori di casa”; insieme a lei Fabio Loss e Alessandro Zaninetti rappresentanti del Soccorso alpino di Alagna, inoltre Alessandro Blotto e moglie in rappresentanza degli Alpini biellesi ed Ivan Placido e Marta in rappresentanza del Cammino della luce di Pray (un gruppo di ispirazione cristiana, vicino agli ideali francescani, che si propone di essere “lievito nella massa” attraverso gesti e parole, diffondendo nelle comunità cristiane dei “segni di luce” (ceri) e destinando le offerte a iniziative benefiche).

 

Insieme a costoro erano presenti alcuni ormai fedeli partecipanti alla festa ed altre persone che per la prima volta si ritrovavano a vivere questa celebrazione. Fisicamente eravamo un “piccolo gregge” ma abbiamo sentito la presenza di tutti voi che da casa vi siete uniti spiritualmente a questo momento. Come saluto finale ecco il video della benedizione finale dell’eucarestia che è stata rivolta non solo ai presenti ma anche a tutti voi cari amici: il Signore, per intercessione della Madonna dei ghiacciai, vi protegga e vi sostenga nel cammino della vostra vita.

 

La benedizione finale

Un caro saluto a tutti ed un abbraccio “virtuale” nella speranza di poterci incontrare l’anno prossimo e vivere “in presenza” questo stupendo momento di fede e di solidarietà fraterna.
Don Vincenzo Caccia


UN MESSAGGIO IMPORTANTE

Carissimi amici della cappellina della Madonna dei Ghiacciai, in questo difficile periodo che ha costretto tutto il mondo a fronteggiare l'emergenza COVID-19, anche noi abbiamo dovuto ripensare all'opportunità di riunirci ancora una volta per testimoniare la nostra Fedeltà al Primo Sabato di Agosto. In questo video messaggio il nostro amato don Vincenzo riporta, anche con molta emozione, le conclusioni cui siamo arrivati. Grazie al suo sforzo la serie delle celebrazioni non verrà interrotta nemmeno in questa occasione ma noi, costretti a rimanere quaggiù, ci impegnamo a partecipare almeno col cuore alla Santa Messa.

Se tecnicamente possibile cercheremo di trasmettere in streaming la celebrazione, in caso contrario vi assicuriamo almeno una sintesi registrata, in modo da poter rivivere le emozioni che quest'anno ci sono state negate. Buona visione.

 


Un augurio per una Santa Pasqua

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai, vi giunga il mio augurio più caro di una SANTA PASQUA in questa Pasqua del tutto particolare la Chiesa celebra le “mirabilia Dei”, le meraviglie che Dio ha fatto per la salvezza del suo popolo ed il sentimento che ci deve pervadere è quello del ringraziamento, della lode, della gioia. Questo è il compleanno del mondo. È il giorno che ha fatto il Signore. Gli altri giorni: i giorni del tradimento, dell’abbandono, della fuga, del rinnegamento, dell’odio, della vigliaccheria, del peccato li abbiamo fatti noi. Sono opera nostra. Oggi invece è il giorno creato dal Signore.

 

La resurrezione di Gesù è l’ultimo grande capitolo di una storia di amore e di salvezza iniziata con la creazione del mondo. La resurrezione di Gesù è una “nuova creazione”.
Nel racconto dell’evangelista Matteo Dio interviene nella resurrezione attraverso il terremoto. Come il terremoto sconvolge la terra così la resurrezione dovrebbe sconvolgere la nostra vita. Dovrebbe procurarci dei terremoti interiori. Ci ha pensato il virus.

Sì, questo virus è un terremoto per tutti, Dio ci vuole parlare, Dio ci chiama a risorgere. Però questo non può essere fatto se prima non entriamo nel buio, nel silenzio del sepolcro, negli angoli bui della nostra coscienza per liberarci dal nostro egoismo, individualismo, attaccamento alle cose più che alle persone, desiderio di potere più che di servizio, ecc…

Però questa pandemia ha innescato anche un terremoto di umanità, di solidarietà, di volontariato, di dedizione fino alla morte per tanti medici ed infermieri. Ci siamo riscoperti capaci di donarci gli uni gli altri, di rimettere al centro le persone più che le cose. E Dio, attraverso tutto ciò, ci parla, ci purifica come annuncia il profeta Ezechiele: “…io vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo le mie leggi e vi farò osservare e mettere in pratica le mie norme.”

 

Pasqua di Resurrezione

Come sarebbe bello che la fede fosse contagiosa come questo virus, porterebbe vita nuova, non morte, nascerebbe una nuova umanità.
In questa situazione risultano ancora più vere le parole del teologo Bonhoeffer: “Dio non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza, non protegge dalla morte, ma nella morte. Non libera dalla croce, ma nella croce.”

La risurrezione di Gesù getta una luce di speranza sul periodo che stiamo vivendo, la vita ha vinto la morte. Dobbiamo avere la stessa fede di don Franco Delpiano, salesiano progettista della Cappellina, morto di tumore, che dal suo letto di ospedale ha scritto così sul suo diario spirituale: “Se nonostante tutto sono ottimista è perché Cristo è risorto”.

Concludo facendo mio l’augurio di don Tonino Bello: “Pasqua sia per tutti la festa dei macigni rotolati, la festa del terremoto, la fine degli incubi, l’inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.”

Il Signore vi benedica e vi protegga.
Con affetto ed amicizia,

don Vincenzo

 

Lettera di Pasqua 2020Download

 


Lettera di Natale

Carissimi amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai,
eccomi a voi con la consueta "lettera di Natale". Invito a far conoscere l’iniziativa a coloro che ritenete possano essere interessati e non hanno email o a coloro che hanno partecipato alla celebrazione senza lasciare un recapito email invitandoli ad inviarmi il loro indirizzo per poterlo inserire nella mail-list. Se qualcuno avesse cambiato indirizzo email lo comunichi. Grazie di cuore. All'interno tutte le notizie e gli auguri. Mi scuso per eventuali errori od omissioni. Fatemi sapere gli errori.

Il Signore vi benedica,
don Vincenzo Caccia