1997 – Fedeltà al primo sabato di agosto

5 agosto 1997

 

Giornata stupenda, preceduta da una notte alquanto calda, tanto che la parete nord del Lyskamm che da 3600 mt. circa porta ai 4527 mt. della vetta non è gelata e sono rientrate le cordate che l’avevano accostata per scalarla. Con la temperatura media alquanto elevata di questi ultimi anni sta facendo i conti anche la nostra Cappella. Ora mentre i primi anni (10-15) dovevamo tenere tagliata la lingua di ghiaccio che tendeva a riformarsi a nord, spingendo verso la valle la costruzione, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un calo dei ghiacci e perciò la cresta rocciosa sottostante che aveva ogni minima intercapedine ripiena di ghiaccio agglomerante, ora si svuota ed assesta, creando il problema di dover controllare il muro a secco su cui è posta la Cappella e in particolare la tipica balconata a sud perché non si sgretoli.

Gli antichi volontari costruttori oggi sono rappresentati da Mario Michela (ora residente in Svizzera) e da Beppe Bordone di Chieri, ritornati dopo 30 anni a rappresentare le decine di giovani che parteciparono alla costruzione insieme alle Guide e Portatori di Alagna nel luglio 1967; dei sacerdoti che li accompagnavano, sono presenti Don Giovanni Tagliero, Don Pietro Zanolo e Don Giuseppe Capra, Salesiani; sono presenti ancora altri 17 sacerdoti, di cui 7 Sloveni, venuti a scalare il Monte Rosa, cosicchè il Vescovo mons. Luigi Bettazzi è oggi circondato da 20 sacerdoti: penso che la Madonna dei Ghiacciai non avrà altra celebrazione così solenne. I nomi dei sacerdoti sono: don Giuseppe Premarini di 77 anni, parroco di Treviolo (BG), il decano dei concelebranti; don Serafino Bunino parroco di Rosta, don Pier Angelo Cerutti di Paruzzaro, don Giuliano Vezzosi di Cremona, don Raimondo Francesco di San Raffaele Cimena (TO), don Mario Marchiori di Cossato, don Ugo Casalegno parroco di Gressoney La Trinité, sul cui territorio sorge la Cappella, e i Salesiani don Massimo Bianco, don Albino de Martini, don Millo Segafredo. I 7 sacerdoti Sloveni, di Sempeter-Capodistria, sono: Marko Kos, Joze Pegan, Cvetko Valic, Milan Stjepan, Janez Krziskniv, Lojze Milharcìc e Bogdan Spacapan.

5 agosto: Mons. Bettazzi celebra la S. Messa

 

Il Vescovo è arrivato velocemente accompagnato da Silvio Mondinelli e altra guida del Soccorso Alpino di Alagna. Sono presenti 6 rappresentanti del Corpo Forestale della provincia di Vercelli; della sezione del CAI di Varallo ospitante sono presenti l’ex presidente Mario Soster, Guido Fuselli, Agostino Negra e molti soci. Ci onorano come rappresentanti del Club Alpino Centrale, il past-presidente Giacomo Priotto, gli ex consiglieri Clemente Roberto, Ferruccio Ferrario (82 anni) con soci della sezione CAI di Gravellona, di Verbania, di Baveno, di Omegna; anche la sezione di Biella è presente con numerosi soci e l’ispettore-rifugi; il CAI sezione di Gressoney è rappresentato dal consigliere Vittorio De La Pierre e dal presidente Franz De La Pierre.
Il coro “Monterosa” di Macugnaga è qui per onorare la memoria della grande guida Mattia Zurbriggen di Macugnaga, che 100 anni fa scalava per primo l’Aconcagua (6959 mt.), il tetto delle Ande. Apre la celebrazione il canto Valdostano “Belle Rose du printemps”.

    Coro alpino “Monterosa” di Macugnaga

Dopo il canto dell’Alleluia, risuona la pagina del Vangelo più adatta a questa festa (Luca cap. 1, 39-55): «In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta». Il Vescovo sottolinea brevemente questo slancio di Maria verso la montagna, a portare l’annuncio della Salvezza ad Elisabetta rappresentante dei credenti dell’Antico Testamento. La Madonna è piena di beatitudine per l’obbedienza alla Parola di Dio che la rende cosciente dell’amore di Dio che non può venire mai meno, in nessuna circostanza, neppure la più dolorosa: tutto questo è preoccupata di dire a ciascuno dei suoi figli, anche a ciascuno di noi in questa giornata di gioia e di pianto. Anche mons. Bettazzi piange oggi l’amico Ruggero Brogliati (66 anni) di Cuorgnè, che proprio giovedì scorso, 31 luglio, è morto subito dopo aver scalato la Levanna Orientale.
La prima fiaccola porta il nome di Pietro Curnis di Alzano Lombardo (BG), 53 anni; la solleva in alto il figlio Denis rappresentando anche la sorella Barbara e la mamma Maria Gherardi, mentre il parroco Giuseppe Premarini legge il profilo.
La seconda fiaccola porta il nome di Gino Fregonara di 63 anni di Borgomanero, morto il 28.07.1996 mentre saliva da Carcoforo al rifugio Buffalora; la moglie Germana e i figli Riccardo e Barbara presentano la fiaccola e leggono il profilo tracciato dall’amico don Carlo Rosa.
La terza fiaccola è di Angelo Franco Terzi, 55 anni di Cesano Boscone (MI), caduto sul ghiacciaio delle Loccie a 3400 mt. il 28.8.1996. Ha scritto il profilo l’amico Gianni Montonati e ha mandato adesione spirituale il fratello Gaetano.
La quarta fiaccola è per Mario Baldessari, 59 anni di Segrate (MI) morto a Mollia il 13.8.1996; erano presenti la moglie Bruna e la figlia Chiara; scrive di lui l’amico Angelo Parolin: «I monti del Trentino l’avevano visto nascere e crescere, i monti del Piemonte l’han visto morire».
La quinta fiaccola è per Pierangelo Mora, 29 anni di Santa Cristina di Borgomanero, caduto il 29.09.1996 al Gran Fillar: la sua morte tragica ha lasciato grande lacerazione non solo nella sua famiglia ma in tutta la comunità parrocchiale e nelle varie associazioni a cui apparteneva, come ricorda il suo parroco don Luciano Villa. Sono presenti 19 soci del CAI di Gozzano col presidente Luigi Anselmi e 10 del C A I di Arona con il presidente Luigi Grossi. La sorella Mirella con il marito Silvano offrono la fiaccola mentre viene scandito il profilo.

             Lettura dei profili dei Caduti

La sesta fiaccola porta il nome di Corrado Baroni 31 anni, caduto il 12 ottobre 1996 alla Bocchetta della Moanda. Gian Carlo Gianoli e altri amici innalzano la fiaccola e leggono il delicato profilo che ha composto la sorella Genny; la sposa Laura Bazzan ha scritto: «La prego di ricordare il mio Corrado nella preghiera, in particolar modo in quella data, in cui non potrò essere presente».
La settima fiaccola è per Werner Lang, 26 anni di Algund (BZ) caduto il 6.08.1996 sulla Nord del Lyskamm Orientale, in cordata con Leonie Augusta Simeon.
L’ottava fiaccola è dedicata ai quattro stranieri le cui famiglie non abbiamo potuto contattare. Leggiamo solo i loro nomi: Leonie Augusta Simeon di St. Moritz (Svizzera) caduta il 6.08.1996; Wolfram Lorenz Fischer tedesco di 19 anni caduto il 28.07.1996 al Colle dei Rossi, Monte Capio; Joachim Schulz di 53 anni di Hannover caduto il 24.08.1996 al colle Sesia; Jaime Aguilera di 30 anni di Barcellona caduto il 28.08.1996 alla Zumstein, il cui corpo non è stato ritrovato. Facciamo per essi e le loro famiglie una preghiera silenziosa.
La nona fiaccola è per Giulio Simionato, insigne alpinista e maestro d’alpinismo; sono presenti vari amici e Carlo Reguzzoni, rappresentante della scuola di alpinismo in cui Giulio era istruttore e Leonarda Ponti. I figli Manuel e Patrizio (rappresentanti anche la mamma Lucia, che non può essere quassù) offrono la fiaccola col nome del papà, mentre viene scandito il profilo.
L’ultima fiaccola è quella del giovanissimo Maurizio Maggioni, 21 anni di Quarona, nato il 10.05.1975, caduto il 23.03.1997 a Punta Sajunchè – Mollia. I genitori Enzo e Maura, affranti, reggono la fiaccola mentre la sorella Bernardetta scandisce con voce vibrante di forza e di amore: «E quando la tua mancanza si farà sempre più acuta alzeremo gli occhi e ti vedremo lassù tra le alte cime, nelle braccia del Padre Buono».

Tutte le dieci fiaccole sono sull’altare; chiediamo alla Madonna che illumini le nostre scelte, protegga i nostri passi, perché la montagna sia sempre e solo per noi e i nostri cari amici, una grande palestra di vita, di crescita, di gioia. Mentre il Vescovo offre il calice del vino ed il ciborio del pane che significano anche le nostre vite, il Coro Alpino canta “l’Ave Maria”.

Cartolina commemorativa del centenario della prima salita del monte Aconcagua (6959 m), il “Tetto delle Americhe”, compiuto dalla guida Mattia Zurbriggen

 

 

Giulio Simionato, di Cardano al Campo (VA), nato il 30/08/1937, caduto il 03/05/1997 in prossimità di Capanna Marinelli. Il profilo così viene scandito:  «Giulio Simionato di Cardano al Campo (VA) nato il 30/08/1937, caduto il 3/05/1997, in prossimità di Capanna Marinelli; istruttore della Scuola di Alpinismo “Colibrì” del CAI di Gallarate».
Istruttore della Scuola di Alpinismo “Colibrì”, del C.AI. di Gallarate.
“Se Ettore Zapparoli è ricordato come il poeta del Monte Rosa, Giulio Simionato non è stato di meno. In lui non affioravano gli scritti e le rime, ma bensì l’umiltà, la tenacia, la perseveranza ed il grande amore per questa montagna, la sua montagna, che lo ha portato a compiere centinaia di ascensioni (ben 25 salite sulla Parete Est) con compagni diversi, giovani ai quali, con altruismo straordinario, metteva a disposizione tutto quel bagaglio di conoscenze che l’esperienza di oltre venti anni di alpinismo l’avevano arricchito”.