Lettera di Natale 2022
Carissimi Amici della Cappellina della Madonna dei ghiacciai,
anche quest’anno, come nel 2021 , abbiamo dovuto rinunciare a celebrare la S. Messa presso il Rifugio Gnifetti. Un sentito grazie al prof. Piergiorgio Montarolo che ci ha messo a disposizione l’Istituto Mosso in alternativa. Questa “location” ha favorito la partecipazione di un numero maggiore di parenti dei caduti che abbiamo ricordato. A loro va la nostra vicinanza soprattutto in questi periodi particolari di festa dove la mancanza dei propri cari si fa più viva e profonda.
Mi permetto di menzionare i caduti che abbiamo ricordato quest’anno:
Nel 10° anniversario:
BORGINI GIOVANNI
FRATTINI FERRUCCIO
BENEDETTI CARLO
Caduti anno 2021-22
SVILPO BIONDA MARTINA
VISCARDI PAOLA
PICASSO LUCIANO
ALLORIO FILIPPO
ROVERSI MAURO
ZANOLA RUGGERO
ALPINISTI STRANIERI
Il prossimo anno ricorrerà il 10° anniversario della morte di don Giuseppe Capra che fu l’ispiratore e il costruttore, insieme ai ragazzi del Liceo Valsalice di Torino, della Cappellina in suffragio di don Aristide Vesco, insegnante, che cadde dalla punta Ciampono, nella Val di Gressoney.
Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, a cui va il nostro ringraziamento, ha presieduto la S. Messa e con il suo entusiasmo, la sua cordialità e simpatia ci ha introdotto nel comprendere meglio il mistero eucaristico e nell’accompagnarci e sostenerci nel ricordo dei propri cari. Con lui ha concelebrato don Ugo Casalegno, parroco dei due Gressoney, amico carissimo ed affezionato a questa celebrazione.
Erano presenti alla celebrazione anche alcune rappresentanze:
per il Soccorso Alpino: Francesca Vitto ed Elena Pau (compagna di vita di Benedetti Carlo)
per le guide alpine: Felice NIcolino e Bruno Welf di Gressoney
per il Cai Varallo: Pierantonio Rotta, delegato del direttivo
per il Cai Macugnaga: Antonio Bovo, presidente
per la Sezione Ana di Biella Alessandro Blotto
Quest’anno abbiamo avuto anche la gioia di avere presente una riproduzione della statua della Madonna nera di Oropa, portata dall’associazione “Il cammino di luce di Pray”, che è stata benedetta da Mons. Derio al termine della S. Messa. La statua, che in occasione della V Incoronazione e nei tempi della pandemia è stata portata in più di 130 comunità sparse nel biellese, vercellese, novarese e verbano-cusio-ossola, è stata posta, il 18 agosto, nel pilone votivo alla Bocchetta del Croso tra Rassa, Val Sesia, e Piedicavallo, Valle Cervo.
Un grazie anche quest’anno alla fam. Michela che ha animato la celebrazione nel canto. Un grazie agli ormai fedelissimi collaboratori: Barbara Marini, per avere decorato le fiaccole, Massimo Configliacco e Valerio di Biase, per la fotografia e i filmati e Ivano Ferrato che cura il sito.
Nella speranza di non aver dimenticato qualcuno, col quale mi scuso ringrazio tutti coloro che erano presenti: chi per la prima volta e chi ormai una presenza costante e fedele.
Come ho accennato al termine della S. Messa, per l’esperienza di questi 9 anni come continuatore di questa bella iniziativa mi pare di poter dire che attorno alla Cappellina si è venuta a create una “piccola comunità” che, anche se si ritrova una volta all’anno, condivide l’amore per la montagna, il dolore delle famiglie dei caduti, lo spirito di fede, l’amore alla Madonna….
Sonno tutti vincoli spirituali che comunque ci legano nel profondo e quando si è uniti nel cuore le distante scompaiono. Questa è la bellezza della spiritualità!!!
LAVORI ESEGUITI E DA ESEGUIRE
Mi permetto di mettervi a conoscenza dello stato di “salute” della nostra amata Cappellina che quest’anno compie ben 55 anni.
Nel mese di settembre il sottoscritto insieme a Felicino Philippot, insegnante di laboratorio di falegnameria nel nostro Istituto Professionale di Chatillon, e Valerio Di Biase , insegnante di laboratorio di elettrotecnica nel Centro di formazione professionale salesiano di S. Benigno, siamo saliti alla Cappellina per aggiustare la porta di legno interna, che non si apriva totalmente e verificare la funzionalità dell’impianto luci. Nell’occasione ci siamo accorti che alcuni tiranti che ancorano la Cappellina al terreno erano da sostituire, in quanto consumati, per non metterne a rischio la stabilità. Siamo così tornati, il sottoscritto e il prof. Felicino, verso metà ottobre, ed abbiamo sostituito il tirante consumato. Per ora la stabilità non è a rischio, ma certamente nella bella stagione ci saranno altri tiranti da sostituire. In quell’occasione Erika, responsabile del Rifugio Gnifetti, ci ha fatto notare che un muretto a secco sottostante la Cappellina si sta sfaldando e già alcune pietre sono cadute su uno dei terrazzi del rifugio. Occorrerà capire come fermare questo disgregamento che, anch’esso, metterebbe in serio pericolo la stabilità della Cappellina.
Vi terrò informati sugli sviluppi di queste problematiche.
Nel periodo di Avvento e soprattutto nell’ultima settimana verso il Natale la liturgia a più riprese richiama alcuni atteggiamenti da avere per vivere bene questa festa.
Il primo è quello di
“NON TEMERE”: è ciò che l’angelo dice a Maria nell’annunciazione, a Giuseppe in sogno, ed anche il profeta Sofonia ce lo ricorda. È un invito a non lasciarsi sopraffarre dalle paure che portiamo nel
cuore, tante o poche, ma che ci bloccano, ci procurano ansia. Ne cito alcune:
la paura del fallimento, dell’insuccesso soprattutto nella vita
la paura di prendere la decisione sbagliata
la paura della solitudine, del non essere compresi, amati, sostenuti
la paura della sofferenza, della malattia, della morte
Ognuno porta in sé le sue paure.
Pensando all’oggi io vorrei dire “non temete” a coloro che vivono situazioni di guerra: l’Ucraina, sono più di 300 giorni, la Siria, ormai 13 anni, e tutte quelle guerre che ci sono ma che non compaiono al TG e che fanno dire a più riprese a Papa Francesco che stiamo vivendo la “3° guerra mondiale a pezzi”. Loro
hanno paura delle bombe, della distruzione, della morte di genitori, amici, parenti, figli/e
hanno paura di non poter avere un futuro
hanno paura di non poter passare l’inverno per il freddo, la mancanza di energia…
Vorrei dire “non temere” ai bambini sfruttati, abusati, alle donne vittime di violenza e di morte, ai ragazzi poveri che dormono per strada (un ragazzo di 19 anni è morto a Bolzano) ecc…
A chi vive queste situazioni vorrei dire “NON LASCIARTI CADERE LE BRACCIA” (Sof. 3,16): non scoraggiarti, non deprimerti.
Perché non temere, non lasciarci cadere le braccia?
“Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. …ti rinnoverà con il suo amore…” (Sof. 3,17)
È questa la bella notizia del Natale: stiamo attendendo un Salvatore che non usa la bacchetta magica ma invita ciascuno alla conversione perché un mondo migliore parte da ciascuno di noi.
Racconta una storia che una sera un santo sacerdote, in pieno inverno, uscì di casa per la sua solita passeggiata serale. Sul ciglio della strada vide una ragazzina di 9-10 anni, mal vestita per il freddo che faceva, che chiedeva l’elemosina. Impietositosi l’accompagnò a casa sua, si fece raccontare la sua storia, le procurò qualche vestito, la rifocillò, le lasciò una somma di denaro e la congedò perché potesse tornare dalla sua povera famiglia.
Uscita che fu il sacerdote si avviò verso la cappella per la preghiera della sera e di fronte al crocifisso disse: “Signore, che cosa hai fatto tu per questa povera bambina e la sua famiglia?” e questa domanda lo tormentò per tutta la preghiera. Alla fine Gesù gli rispose: “Io ho fatto te!!”
Non siamo chiamati a cambiare il mondo, ma noi stessi sì, così il nostro piccolo mondo, dove viviamo, le persone che frequentiamo…, sarà migliore.
Mi piace molto questa preghiera di S. Madre Teresa di Calcutta che ci ricorda che “Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore.”
E’ NATALE
E’ Natale ogni volta che
sorridi a un fratello
e gli tendi la mano.
E’ Natale ogni volta
che rimani in silenzio
per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta
che non accetti
quei princìpi che
relegano gli oppressi
ai margini della società.
E’ Natale ogni volta
che speri con quelli
che disperano nella
povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta
che riconosci
con umiltà i tuoi limiti
e la tua debolezza.
E’ Natale ogni volta
che permetti al Signore
di rinascere
per donarlo agli altri.
Se lasciamo entrare Dio nella nostra vita, come Maria e Giuseppe, porteremo la vita dentro di noi. Quanta gente è viva solo perché respira, ma il loro cuore è morto dentro.
Ecco allora che nascerà la gioia. L’altro verbo che la liturgia in questi giorni ci ripete è “RALLEGRATI”.
Se penso a questo verbo, mi viene in mente l’allegria di don Bosco che ha vissuto in un mare di guai, ma che confidando sempre nel Signore e nell’Ausiliatrice, non ha mai perso la speranza e la fiducia. Quell’allegria che, secondo lui, è un segno di santità: “Noi qui facciamo consistere la santità
nello stare molto allegri.” “Ciò che ti toglie l’allegria, diceva don Bosco, non viene da Dio.”
Speranza e fiducia sono gli antidoti alle paure ed allo scoraggiamento, a non lasciarsi cadere le braccia.
L’augurio mio è non solo quello di vivere il Natale con speranza, fiducia ed allegria, in serenità ed armonia, ma far diventare queste virtù ed atteggiamenti parte della nostra vita.
Il prossimo appuntamento per la celebrazione dell’Eucarestia in suffragio dei defunti della montagna il prossimo anno sarà proprio nella memoria liturgica della Madonna della neve:
Sabato 5 agosto 2023
Questa memoria liturgica fa riferimento all’evento miracoloso avvenuto nel IV secolo, nel 358 d.C., sotto il pontificato di Papa Liberio. In quel tempo la Madonna apparve in sogno al Papa ed al patrizio Giovanni chiedendo loro di costruire una chiesa nel luogo che gli avrebbe indicato. Al loro risveglio, in pieno agosto, il Papa e il patrizio trovarono l’Esquilino ricoperto di neve. Era il segno che aspettavano. Lì sorse la chiesa dedicata alla Madonna e l’evento passò alla storia come “il miracolo della neve”. E quindi ogni anno, il 5 agosto, si celebra questa memoria.
Sono tante le cappelle in cui si festeggia il 5 di agosto. Vorrei ricordare il Santuario della Madonna del Rocciamelone, in val di Susa, con cui la Cappellina della Madonna dei ghiacciai è gemellata.
Nella speranza di poterci incontrare il prossimo anno, assicuro un ricordo nella preghiera per tutti voi carissimi amici e vi auguro un
SANTO NATALE
E SERENO ANNO NUOVO
Con stima ed affetto
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