1983 – Fedeltà al 5 agosto
Venerdì 5 agosto 1983.
1983 Anno Santo della Redenzione
Un evento, che precorse per certi versi il Giubileo, fu la Perdonanza istituita da papa Celestino V: il 29 settembre 1294 con la Bolla del Perdono egli stabilì che recandosi nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio nella città dell’Aquila, tra il 28 ed il 29 agosto, veniva concessa l’indulgenza plenaria a tutti i confessati e pentiti. La Perdonanza, che si ripete tuttora, ha in comune con il Giubileo l’indulgenza in cambio del pellegrinaggio.
Il Giubileo Universale è una festività religiosa della Chiesa cattolica. È anche detto Anno Santo.
Il Giubileo, che riprende il nome da quello ebraico, è l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale, nonché la remissione completa dei debiti verso i propri creditori.
L’anno giubilare è soprattutto l’anno di Cristo, portatore di vita e di grazia all’umanità. Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta come Colui che porta a compimento l’antico Giubileo, essendo venuto a “predicare l’anno di grazia del Signore” (Isaia).
Il Giubileo, comunemente, viene detto “Anno Santo”, non solo perché si inizia, si svolge e si conclude con solenni riti sacri, ma anche perché è destinato a promuovere la santità di vita. Il Giubileo può essere: ordinario, se legato a scadenze prestabilite; straordinario, se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza.
A Capanna Gnifetti c’è il presidente del C.A.I. di Varallo Guido Fuselli, grande amico della nostra Cappella fin dalla programmazione e progettazione, e sempre presente ogni anno a questa celebrazione, con l’immancabile moglie, signora Gabriella, la figlia Marina ed alcuni membri della Presidenza; del gruppo “costruttori” Filippo Giovannelli con Dianella.
I sacerdoti presenti sono: il parroco di Gressoney don Riccardo Quey, don Gino Borgogno, don Aldo Bombara, don Pietro Rota, don Domenico Gasparini, don Carlo Rosa, don Piero Secco di Vercelli e don Michele Obbermitto che abbraccia il cav. Enrico Chiara, suo attendente quando, nel 1940, (Cappellano degli Alpini della Scuola Militare di Aosta con attendente l’alpino Enrico Chiara) alla vigilia dell’Assunta, gli servì la Messa qui a Capanna Gnifetti a cui erano saliti gli Alpini della Scuola Militare di Aosta di cui era cappellano; fu poi inviato nel 1942 sul fronte albanese e quindi internato in Germania nel 10° campo di concentramento fino al termine della guerra.
Le famiglie GATTI – CABODI così hanno scritto sul ricordino:
«Signore Iddio, non abbiamo parole per dirti, ad alta voce, ciò che Tu leggi nel nostro cuore. Accetta questo nostro silenzio che si fa prghiera: è l’unica cosa che possiamo fare.
Non Ti chiediamo perchè ce li hai tolti, ma Ti diciamo grazie perchè ce li hai donati».
L’accento, quest’anno, è portato sui ragazzi costruttori Giamberto Gatti ed Elsa Cabodi, morti il 13 febbraio scorso nel rogo del cinema Statuto, che esaltiamo come ragazzi simpatici, semplici e generosi, pronti al dono di sé; trasmettiamo la celebrazione con radiotelefono a Gressoney al papà, colonnello Arturo Gatti, con la signora Rina e i familiari impediti di salire a questa quota.
Con Giamberto ed Elisa ricordiamo anche le altre 62 vittime del cinema Statuto e le loro famiglie.
Gli alpinisti hanno gradito il medaglione di bronzo con le due immagini della Cappella e del Cristo delle Vette.
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